ottobre 25, 2010

Salone del gusto - Slow food

Avevo un biglietto gentilmente offerto. Grazie Silvia. Ero a pochi metri dal Lingotto. Grazie Giolitti. Non dovevo andarci?
Finito l'assalto del weekend e l'entusiasmo dell'apertura, oggi giornata conclusiva, il Salone del Gusto è stato un po' sottotono: alle 16 già gli espositori facevano fagotto, anzi facevano a gara a chi smontava prima (ma non chiudeva alle 20? Bah...), le donne delle pulizie ti guardavano in cagnesco, indaffarate com'erano con scopa e scopettone per togliere la merda di quasi 200 mila visitatori, uno più, uno meno. Un po' il loro "smontare le tende" mi piace sempre, ogni anno, sarà che mi sento un po' crepuscolare in questo periodo, alla fine vado sempre, coincidenza vuole, l'ultimo giorno; romanticamente mi piace il riflettore che si spegne "a me sì cara vieni, oh sera!", mi viene da dire.
Certo è che i fulgori iniziali, gli animi ardenti di quando fu inaugurato il Salone del Gusto (e io c'ero!) si sono quanto meno, negli anni, sopiti. Ora è diventata una kermesse, soprattutto turistica, dedicata agli addetti ai lavori o a chi viene da lontano. Per noi che l'abbiamo visto mille volte, per noi che abitiamo a Torino e che andiamo una volta sì e l'atra pure a Eataly, per noi che vi abbiamo, non solo partecipato, ma anche lavorato, puzza tutto di già visto. Nessuna novità. Tranne che via via nel tempo, tra il biglietto d'entrata che è arrivato a quota 20 piotte e gli assaggi che non sono più gratuiti come un tempo e ci devi aggiungere sempre un eurino almeno, la scampagnata ti costa 50 bambinelli, secchi secchi. Dunque, come diceva Totò: "Desisti". Aggiungiamo che il pubblico ha un attitude terribile; se la tirano tutti come dei treni, manco fossero Marchionne (buono pure lui...) o esperti, di quale minchia ancora non si sa. Ma fa figo fare l'epero di enogastronomia. Insomma: tutto molto noioso. Lo spleen baudelairiano che inesorabilmente avanza...
In questo clima (anche atmosferico: Torino 'ie faceva na' pippa a Londra...) una nota di colore c'è stata. Il mio ex allievo Paolo, che lavora per Scabin, mi ha invitato nel padiglione rosso nel quale il Combal.0 presentava, per la modica cifra di 50 euro, alcuni piatti (qui in foto) di quel geniaccio di un cuoco, di stanza a Rivoli. Gentilmente offerto dalla casa, ça va sans dire, in più ho ricevuto, da uno dei cuochi presenti, i complimenti per aver "allevato" in maniera eccelsa l'ex allievo. Il merito non è solo e tutto mio, anche del suo insegnante di cucina certo. Non mi aspettavo che fosse così imbarazzante però, la formalità dell'apprezzamento, la cerimonia, ecc. Forse preferisco quando si lamentano dell'allievo mandato in stage e lo criticano (e, dunque, anche il mio operato) aspramente. Per la serie: non me ne va mai bene una.
















































1 commento:

Roberto ha detto...

Per me è stata la prima volta al salone ma avevo pochissimo tempo, solo 3 ore per "assaggiarlo". indubbiamente triste che tanti fossero già andati via (anche io ultimo giorno, dalle 13) ma personalmente io sono andato con l'obiettivo di comprare cose che solitamente non posso gustare o di cui neanche conosco l'esistenza.
Carina l'idea delle cucine di strada (da cui ho attinto olive all'ascolana con annessa crema pasticciera fritta e bombette della Campania, se non sbaglio....belle gustose). Punti negativi per Terra Madre, alle 14 era già tutto smontato (ma Artissima incombe!).
Perfettamente concorde con te sui costi! Sono stato fortunato con il biglietto d'ingresso...sconto studenti+battuta facile+gentilezza della bigliettaia+culo=12 euro per entrare.. certo che qualche ora di parcheggio potevano includerla! (4.50€ quando sono andato via). Gli assaggi da pagare li ho schifati tutti e mi sono lanciato su tutto il resto.
Triste il padiglione estero...troppi già agli sgoccioli e prezzi folli da parte dei francesci (tzè).
Ma sono contento del bottino perchè mi ha permesso di assaggiare e portarmi a casa: 1 kg di pane di Matera, un salamino al tartufo di non ricordo più dove, composta di cipolle di Giarratana e pomodorini (una roba che si scioglie in bocca http://www.cipolladigiarratana.com/chi%20siamo.html), il Porceddu d'Alcamo, melone invernale siciliano (orgasmo), ricotta Abruzzese, formaggio di pecora karakachan dalla Bielorussia, e i fiori di gelso canditi dal Libano.
Senza contare tutti gli altri assaggi tra cui il tè verde fresco, le barrette di Kanihua delle Ande, il formaggio di Yak.....insomma..mi sono difeso.
Applauso per Combal.zero, peccato non lo sapessi...e applauso a Paolo...ma è Paolo Manfredi? Se è lui è il fratello di una mia amica ^_^
E se lavora per Scabin...bhe, un altro applauso! tral'altro devo andare a mangiare al Combal...forse è giunto il momento ma mi manca l'occasione.
Ciao Biagio, baci e continua il tuo blog, lo adoro! Insegnaci altro!

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