giugno 27, 2011

Ex cathedra

Stasera, mentre mi recavo a cena dal mio amico Fabrizio, mi sono perso (anche di strada) ascoltando, in auto, un celebre pezzo di Schubert (Piano Trio in E flat D 929, II. Andante con moto) e, in estasi, ho iniziato a farmi le solite paranoie da presuntuoso intollerante quale sono, pensando a quelli che non ascoltano mai (o che non hanno mai ascoltato) la musica classica, soprattutto perché la considerano musica "da vecchi": ho provato il solito pensiero misto di disapprovazione e commiserazione.
Alla fine del brano, l'autoradio in modalità random ha scelto la canzone di Lady Gaga, "Bloody Mary" che, per i primi secondi, sembrava la marcia ad incipit dell'opera del compositore austriaco. Sarò stato suggestionato dalla melodia precedente? Fatto sta che la scoperta mi ha portato a riflettere sul fatto che anche una cantante pop, commerciale, di musica considerata "leggera", alla portata di tutti, insomma, avesse delle solide basi classiche, grazie allo studio del pianoforte condotto durante gli anni del conservatorio.
Molti ragazzini sognano di diventare dj o vocalist e mi chiedono consigli per lavorare in discoteca, senza avere alcuna base; ma ancor più grave è il fatto che non abbiano alcuna voglia di crearsi una formazione musicale approfondita. Sinceramente posso solo portare a testimonianza la mia esperienza, e cioè che fin da adolescente mi sono rapportato non solo con materiale moderno, ma anche con repertorio classico. Un po' in tutti i campi: nel cinema preferivo vedere un film in cassetta degli anni d'oro rispetto ai film in programmazione, e così per tutte le altre arti. Non mi sono mai posto il problema che fossero "cose da vecchi", perché non le trovavo affatto noiose; mi emozionava ogni tipo di genere musicale. Anzi, spesso ero affamato in maniera anche bulimica di consigli: li prendevo da chiunque. Ogni occasione era buona per segnarmi il titolo di qualsiasi melodia mi piacesse e che fino a quel momento ignoravo. Avevo come l'impressione di non riuscire a scoprire tutto nella vita. Un'ansia di conoscenza che non si è mai placata.
A margine rilevo che chi si annoia ascoltando il genere classico è certamente uno con forti problemi umorali, che necessita di ascoltare, in dosi massicce, danze caraibiche dalla mattina alla sera, onde evitare la depressione. In qualche modo lo capisco: la musica, su tutte le altre arti, è quella che influenza maggiormente la psiche.
Come consiglio cardine per svolgere una mansione nel campo dell'arte (letteratura, musica, balletto, teatro, pittura, ecc), mi sento di suggerire che è imprescindibile approcciarsi al "classico", alla ricerca delle radici della disciplina che ci appassiona, con duro ed intenso studio. Le cose facili sono per tutti, se si vuole emergere in qualche modo, bisogna sudare. Altrimenti non ha senso. Solo attraverso una faticosa conoscenza ci si può accostare ad altri stili, anche moderni e più semplici dal punto di vista acustico. L'arte è formata da una parte emozionale e una parte sicuramente più ragionata. Guardiamo un quadro ed esprimiamo un giudizio: ci piace o non ci piace. Se non ci piace lo liquidiamo in fretta, senza sforzo. Mentre bisognerebbe chiersi il perché... Forse non lo si è compreso, non si conosce il contesto e il periodo o l'intenzione dell'artista. Ad esempio, è più comprensibile, apparentemente, un dipinto rinascimentale rispetto ad un quadro cubista. Se non c'è la conoscenza raggiunta con una affannosa ricerca non si va da nessuna parte e non si hanno gli strumenti per esprimere un giudizio che possa suscitare interesse. Non si può dire che la musica tecno sia migliore di quella house, o che l'elettronica lo sia più della minimal senza rimanere ad un livello monco e incompleto della discussione, in cui manca il metro fondante di paragone: la storia, la tradizione, la classicità dell'arte.

Un esempio lampante di genio? Questa sinfonia di Mozart: si parte da una strumentazione che riproduce una sinfonia apparente monomelodica, che si arricchisce progressivamente di ricchi contrasti strumentali i quali riproducono un dialogo crescente e costante fra strumenti di tonalità differenti. La semplicità strumentale è contrapposta alla genialità nel contrasto. Motivo di base resta una melodia che all'orecchio poco attento sembra uguale per tutta la sinfonia, se non si colgono le numerose sfumature. Un capolavoro allucinante!

Di seguito elenco i primi 10, strafamosi, brani che mi vengono in mente, da ascoltare e da cui partire nella disperata ricerca di altre sonorità sconosciute:

1) Chopin - Nocturne (Notturno) Op. 9 n. 2
2) Beethoven - Sonata al Chiaro di Luna (Terzo movimento)
3) Mozart, Rondò alla Turca
4) Strauss, Marcia di Radetzky
5) Tchaikovsky - 1812 Overture
6) Vivaldi, Salve Regina
7) Pergolesi, Stabat Mater
8) Rossini, La gazza ladra
9) Bach, Cello suite
10) Brahms, Danza ungherese

Mentre cercavo i link su youtube mi sono imbattuto in una pagina ben congegnata per ascoltarsi in preview o acquistare i 100 brani di musica classica più famosi! La mia classifica risulta, in questo modo, ovviamente, molto misera.


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