ottobre 12, 2011

Che scoperta!

C'è un luogo storico a Torino, che purtroppo frequento molto di rado, che è Porta Palazzo o, come lo chiamano familiarmente i torinesi, "Porta Pila", e descritto magistralmente, dalla regista Lina Wertmüller, nel suo film, capolavoro della cinematografia italiana, "Mimì metallurgico ferito nell'onore del 1972
E' il mercato più grande del capoluogo piemontese, anzi d'Europa, da sempre il crocevia di culture: negli anni '60 luogo d'incontro e di scontro della disperazione dei meridionali venuti a cercare fortuna al nord per lavorare alla Fiat, poi diventato punto di aggregazione di diverse etnie (albanesi, rumeni, marocchini e africani in generale). E' sempre stato considerato un po' pericoloso, soprattutto nell'ultimo decennio, con la massiccia immigrazione, la dura convivenza tra barboni, sbandati, spacciatori, balordi, delinquenti, ha assunto livelli di guardia e l'atmosfera si è fatta tesissima, tanto da obbligare le autorità ad impiegare forze armate (compreso l'esercito) a presidio della zona. Potrebbe anche essere solo una sensazione inconscia, una percezione fittizia di un pericolo che non esiste, o al di sotto delle proprie aspettative. Intanto, i fatti di cronaca, in qualche modo, ci segnano e ci costringono a cambiare abitudini e comportamenti, di certo ci influenzano molto, anche nelle scelte di tutti i giorni.  Escluso questo negativo, seppur importante, aspetto, bisogna comunque sottolineare che Porta Palazzo rappresenta l'area più pittoresca e culturalmente variopinta della città. Si possono trovare prodotti molto freschi, come il pesce, grazie anche ad uno smercio continuo delle derrate ittiche, a prezzi vantaggiosi. Tuttavia, è proprio sulla frutta e verdura che il mercato è imbattibile, non ha rivali: una scelta illimitata di ortaggi coloratissimi per tutte le tasche.
In modo particolare, nella piazza, la parte che preferisco maggiormente è quella sotto la tettoia dell'orologio dove i contadini espongono i loro articoli. C'è di tutto: verdure buonissime a basso costo, magnifici vasetti di piante aromatiche variegate a 1 euro. Vorrei andarci più spesso, ma non succede. 
Sabato ho vinto la mia solita spocchia, la profonda pigrizia, la paura più o meno immotivata e ci sono andato, non da solo. Sono tornato con un bottino molto interessante: 2 piantine di peperoncini piccantissimi (1 euro cad.), 2 di alchechengi (1 euro cad.), 1 vasetto di lavanda (1 euro) e, vero affare, 2 chili di zucchine chiare piccolissime, anche alcune sfiziose di 4 cm!, un mignolo, col fiore ancora attaccato, a 1,5 euro al chilo. Gustosissime.

Sotto casa ho un famoso supermercato. Comodo, sì. Purtroppo non è conveniente, soprattutto per quanto riguarda la frutta e verdura, né, tantomeno, assortito. Le zucchine chiare non ci sono mai e se si ha la fortuna di vederle esposte sono grandi, vecchie e costose. Le piantine aromatiche, lo so sono di "Ascheri", costano 1,75, però non sono appetibili, con un fogliame così ricco come quelle da 1 euro del "mercato dei contadini". Bisogna solo darsi coraggio, farsi forza, magari organizzare una squadra di amici, e fare delle belle spedizioni punitive tornando a casa felicemente consapevoli di aver acquistato, tanti prodottini genuini con pochi euro, anzi, tutto ad un euro!





PS: A proposito ho scoperto di recente, durante le mie ricerche dimagranti,  che il peperoncino favorirebbe l'accelerazione del metabolismo e, dunque, la perdita di peso. Dalle molteplici proprietà benefiche sull'organismo, mi ricordo ancora quando un mio caro amico napoletano mi decantò, dandomi un rimedio antico della tradizionale partenopea, il frutto piccante con queste parole: "...Quando scoli l'acqua della pasta, non buttarla, la metti in un piatto fondo, con un goccio d'olio extra-vergine, uno spicchio d'aglio sminuzzato e peperoncino. Poi lo bevi e vai a dormire. Mentre dormi ti fa una "sauna interna"...Fa passare ogni malanno e fa perdere peso...". Mi sono trattenuto dal ridere, anche perché essendo egli un attore nato, non sa mai se ti stia raccontando un aneddoto in maniera sarcastica o meno. Quella volta sembrava serio mentre esponeva la ricetta dell'elisir di lungavita.

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