ottobre 02, 2012

Giornata Champagne 2012

Il direttore del Centro Champagne, Domenico Avolio, quest'anno ha superato se stesso e mi ha sorpreso: dopo il lusso dell'hotel "Principe di Savoia" di Milano e  l'atmosfera impareggiabile della Reggia di Venaria era davvero difficile fare meglio. Ma non impossibile. Il suggestivo sito che ha fatto da cornice alla mia quarta Giornata Champagne è stato il "Complesso monumentale S.Spirito in Sassia" di Roma.
Dopo un viaggio devastante, pur col Frecciarossa ai 300 all'ora (paura...), iniziato alle 06:30 del mattino a Porta Nuova  col ritrovo della delegazione torinese, sono arrivato alle 11:30 a Termini; mi sono catapultato da Elena per l'accredito (per evitare la coda); sistemazione in albergo, cambio d'abito e mi sono fiondato nel luogo deputato. Neanche Kate Moss!
Dalle 14 alle 19 ho messo a dura prova il fisico, l'organismo e il cervello con un tour de force attraverso l'assaggio comparativo di vari champagnes: 67 maisons presenti e 190 cuvées differenti esposte per quella che, mi è sembrato di comprendere, è stata la più grande degustazione mai organizzata in Italia: un'occasione imperdibile. Ancora più gradita perché questa volta Domenico e Simone hanno trascorso un po' tempo con noi venendo a cena in una trattoria tipica di Trastevere. Non paghi, abbiamo pasteggiato con "Ayala - Brut Nature", abbinandolo, come mi piace, in maniera azzardata e naif ai piatti tipici della cucina romana.
All'interrogazione a tavola ci siamo trovati tutti impreparati. Quale champagne ci era piaciuto di più? Perché quello champagne ci era piaciuto meno? Non avevamo grandi giustificazioni...Ci eravamo comportati come degli scolari discoli che non prendono appunti.
Il giorno dopo ho riflettuto e mi sono autogiustificato, anche riguardando con più calma le foto che ho scattato, e ho ricordato le parole di una mia apprezzatissima collega/professoressa di Storia dell'Arte che un giorno, avendola chiamata prima di entrare alla Pinacoteca di Brera di Milano per farmi suggerire come rapportarmi a quell'immensa massa di opere d'arte, mi disse : "Entra senza angosciarti e non pensare troppo al filo da seguire, le direzioni da prendere o le sale da guardare, ma fermati davanti ai quadri che ti interessano maggiormente e osservali col cuore".
E', in effetti, il comportamento che ho avuto a Roma. Partendo dal presupposto che non ho sputato neanche un goccio di quel nettare prezioso, è umanamente impossibile assaggiare più di una ventina di vini diversi e capirci qualcosa o ricordarsi le sfumature tra uno e l'altro. Anzi, è come entrare in profumeria quando devi scegliere la fragranza da acquistare: dopo essertene spruzzata addosso un certa quantità, non capisci più nulla, non ti ricordi le prime annusate; sei assuefatto e frastornato; non riesci a prendere la decisione definitiva su quale sarà il tuo prossimo profumo.
Alcuni millesimati erano troppo marsalati per me, questo è indubbio, o troppo caldi: un millesimato di Joseph Perrier, Deutz, Delamotte, Bruno Paillard. Non mi piacciono gli champagnes ossidati.
Ho apprezzato, non mi stancherò mai troppo di dirlo, le grandi maisons: Veuve Clicquot, Taittinger, Vielle France, Mumm, Bollinger, Ruinart (eccezionali il Blanc de Blancs e il rosé), fantastico il millesimato di Moet (2002), il mio fortunato duplice assaggio, in compagnia dell'amica giornalista Paola Jadeluca  ("Repubblica"), di Salon che è sempre centellinato con parsimonia ogni ora (dunque sono state stappate 6 bottiglie!) ai numerosi ospiti che si mettono straordinariamente in coda; toh, guarda, c'è Massimo Giletti! Chi?!?
Etichette che non conoscevo, come Herbert Rosé e il Rosé de Saignéè di André Jacquart, sono state delle gradite sorprese.
Questa è, in definitiva, la lista degli champagnes che hanno lasciato un buon ricordo; gli altri vini evidentemente non mi hanno lasciato un segno concreto o, probabilmente, mi sono accostato a loro in modo eccessivamente distratto, superficiale e frettoloso.
Terminata questa ennesima eccezionale opportunità, penso già alla Giornata Champagne 2013. Quale sarà la sede che la ospiterà? La Reggia di Caserta? Sarebbe un bel colpo, ma è lontana, ed egoisticamente non posso che sperare un ritorno all' "ovile", ovvero Torino.



















Gli immancabili Bibanesi






                                                        

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