novembre 13, 2012

Farsi trascinare...



1     Lucignolo era il ragazzo più svogliato e più birichino di tutta la scuola, ma
Pinocchio gli voleva un gran bene. Di fatti andò subito a cercarlo a casa per
invitarlo alla colazione e non lo trovò: tornò una seconda volta, e Lucignolo
non c’era; tornò una terza volta, e fece la strada invano.
Dove poterlo ripescare? Cerca di qua, cerca di là, finalmente lo vide nascosto
sotto il portico di una casa di contadini.
– Che cosa fai costì? – gli domandò Pinocchio avvicinandosi.
– Aspetto la mezzanotte per partire.
– Dove vai?
– Lontano lontano lontano.
– E io che son venuto a cercarti a casa tre volte!…
– Che cosa volevi da me?
– Non sai il grande avvenimento? Non sai la fortuna che mi è toccata?
– Quale?
– Domani fi nisco di essere un burattino e divento un ragazzo come te e
come tutti gli altri.
– Buon pro ti faccia.
– Domani, dunque, ti aspetto a colazione a casa mia.
– Ma se ti dico che parto questa sera.
– A che ora?
– Fra poco.
– E dove vai?
– Vado ad abitare in un paese… che è il più bel paese di questo mondo:
una vera cuccagna!
– E come si chiama?
– Si chiama il Paese dei balocchi. Perché non vieni anche tu?
– Io? No davvero!
– Hai torto, Pinocchio! Credilo a me che, se non vieni, te ne pentirai. Dove
vuoi trovare un paese più sano per noialtri ragazzi? Lì non vi sono scuole, lì
non vi sono maestri, lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia
mai. Il giovedì non si fa scuola, e ogni settimana è composta di sei giovedì e
di una domenica. Figurati che le vacanze dell’autunno cominciano col primo
di gennaio e fi niscono con l’ultimo di dicembre. Ecco un paese come piace
veramente a me! Ecco come dovrebbero essere tutti i paesi civili!

(Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi).

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